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L’alleanza d’amore

Josefa indossa l’abito 6 mesi dopo la sua entrata, il 16 luglio 1920. Gesù le si è già manifestato diverse volte... Nel mese di ottobre, le propone una "alleanza d’amore". Che cosa significa? La riflessione che segue ci aiuta a capire.

Sin dalla creazione, Dio chiama gli uomini ad una vita di relazione, di comunione e d’amore con lui. È per fare alleanza con noi e darci il suo amore che ci ha creati.
Dio ha parlato delle sue relazioni con il popolo d’Israele sotto forma di alleanza.
Cristo ha ravvicinato il suo sacrificio ad un’alleanza - il sangue della nuova alleanza - per sigillare per sempre, nella propria vita, un’alleanza con noi .
Ecco la rivelazione fondamentale di tutta la Bibbia !

Che cos’è un’alleanza ?

Nella cultura della Bibbia, l’alleanza è una relazione reciproca di appartenenza, un patto bilaterale con dei diritti e degli obblighi reciproci.. L’origine dell’alleanza si trova negli accordi politici e militari.
È sorprendente che Israele abbia visto le sue relazioni con Dio su questo modello perché l’alleanza suppone relazioni da pari a pari. Eppure, Israele ha un senso acuto della grandezza e della sovranità di Dio.
Per Israele, l’alleanza è pura grazia: è il frutto dell’amore e della bontà di Dio.
Dio è all’origine dell’alleanza, è Lui che la vuole. " Ecco che Io stabilisco la mia alleanza con te " disse a Noè. È gratuita, perché Israele non ha fatto niente per meritarsela, al contrario, è il più piccolo dei popoli, e per di più, sappiamo che ha il collo rigido. È Dio che decide delle condizioni dell’impegno, del suo contenuto: è Lui che dà la Legge a Mosè.
Ciò che è più notevole in questa alleanza è che Dio ci rimette le spese: quello che Dio porta, è se stesso. Dio inizia nel rivelare il Suo nome: " Io sono ". Orbene, sappiamo che in ebraico, il nome dà accesso alla realtà intima. Dio vuole svelare e dare il suo essere più profondo. Questa rivelazione è il primo passo di un dono totale che si esprime in queste parole : " Sono il vostro Dio e voi siete il m io popolo ". Dio esprime la Sua appartenenza al popolo ebraico : Egli si dà, si lega, in piena libertà.

In che coosa questa alleanza è bilaterale ?

Bilaterale non significa uguaglianza dei partner. Ma Dio ha voluto che il dono di sé sia dipendente dell’accettazione del popolo. Dio si fa dipendente. Non è dipendente per "natura", "in se ", ma lo diventa per amore e per sempre.
Un dono non s’impone - una relazione non s’impone - ma domanda ad essere ricevuto, accettato. Solo quando il dono è accettato, l’impegno diventa reciproco.
Se è gratuita nel dono – abbiamo tutto da guadagnarci !- l’alleanza è bilaterale nell’impegno. Dio s’impegna a proteggere, ad assistere il suo popolo, a dargli una terra dove cola latte e miele, mentre il popolo s’impegna ad essere fedele a Yawhe ed a rispettare lo stile di vita che Dio gli propone (la legge). Per ciò, bisognerà ascoltarlo, comprendere la sua legge e metterla in pratica.
Eppure, il popolo non rispetterà quest’impegno... è il dramma di tutta la storia dell’Antico Testamento. Perciò, l’alleanza è rotta ma Dio, che è più fedele del popolo, viene a riparare i danni e riallaccia una nuova alleanza, ancora più forte della prima - questo sarà così fino a Gesù. Come se il peccato, che rende l’uomo infelice, stimolasse la fedeltà del suo amore. E così il popolo impara ad amare come è amato.

Nel Nuovo Testamento

Gesù è il luogo dell’alleanza in ciò che ha di più forte: Gesù, perché è Dio-Uomo, è l’alleanza: è al tempo stesso lo sposo e la sposa.
È il "Sì" di Dio agli uomini - Dio si dona interamente - ma è anche il "Sì" degli uomini a Dio.
Dal "Sì" al Padre, la consumazione delle nozze si farà nella passione e la morte di Gesù. La Croce è una follia di dipendenza e di amore di Dio e degli uomini: " Dio ha tanto amato il mondo da darci Suo Figlio…" per mettersi dalla parte degli uomini e, a nome di tutti noi, dire "Si" al Padre.
È incomprensibile per la nostra intelligenza ma è così. Senza capire troppo, siamo affascinati, attirati, calamitati da un tale amore che si dà completamente. " Signore a chi andremmo, hai le parole della vita eterna - Mai uomo ha parlato come quest’uomo. Veramente quest’uomo era il figlio di Dio. "

L’alleanza è passata dall’immagine di un patto, che comporta impegni e prestazioni, all’immagine di un’unione coniugale, sposo-sposa, fatta di un amore libero che impegna tutta la persona nelle sue potenze affettive e che si vive nell’intimità e la tenerezza. È un’unione di azione e di affetto reciproco.

Oggi


Cappella costruita da Santa M.S. Barat: Vetrata - Cuori di Gesù e di Maria - Hôtel Biron-Parigi
Cappella costruita da Santa M.S. Barat: Vetrata - Cuori di Gesù e di Maria - Hôtel Biron-Parigi

Dio continua a chiamarci per fare alleanza con lui, personalmente e con la Chiesa…. Con la presenza del Risorto in noi, dello Spirito, dell’Eucaristia, Dio continua a chiamarci, ad unirci a lui..
È con questo spirito che bisogna vedere la storia eccezionale di Josefa.
Ciò che Josefa ha vissuto, siamo chiamati anche noi, attraverso Gesù, a viverlo alla nostra misura.
L’alleanza di amore è inclusa nel Battesimo, è per tutti i cristiani. Prende una forma unica per ognuno.

Il frutto dell’alleanza è la felicità:
Felicità di Josefa - e dietro a lei, la felicità personale di tutti quelli che rispondono alla sua alleanza - ci torna in mente la felicità di Josefa quando parla di questi momenti di incontro con Gesù come momenti di cielo. Si …Dio ci ha fatti per Lui!
Alla sua morte, Josefa dice:
"Se si sapesse! … Non si cercherebbe mai altra cosa sulla terra che di fare la volontà di Dio! Nessuno può farsi un’idea di tale felicità… è l’unica cosa che infonde pace." - "Colui che parla dal fuoco": p.554
La felicità di coloro che riceveranno il Messaggio:
_ " Ecco quello che sono venuto a dire agli uomini: in vano essi cercheranno la felicità! All’infuori di me, non la troveranno … A tutti Io dico: se volete la felicità, Io lo sono…" - " Colui che parla dal fuoco ": p. 455

Alcune tappe dell’alleanza tra Gesù e Josefa :

Perché Egli è amore, Gesù vuole unirsi a noi e unirci a Lui: chiede un’intimità, uno scambio, una comunione:
Cosa ha da dare? La Sua ricchezza.
Cosa abbiamo da dare? La nostra povertà.

  • " In che modo Gesù mi chiamò per la prima volta ".

Al momento della sua prima comunione, all’età di 11 anni, Josefa fa un breve ritiro e racconta nelle sue note, scritte più tardi per obbedienza:
"Il primo giorno, meditavo queste parole: " Gesù vuol venire a me affinché io sia tutta sua." Fui ricolma di gioia…
Il secondo giorno la meditazione aveva come oggetto: " Gesù è lo sposo delle vergini; Egli gode tra le anime pure e innocenti ". Una luce penetrante m’illuminò la mente e capii che se fossi la sua sposa, sarei tutta sua, come la mamma era tutta di papà, perché ne era la sposa. Così, pensai, che essendo vergine, sarei tutta Sua... e, senza sapere che cosa fosse la verginità, ripetei la mia promessa durante tutto il giorno.… Come ero felice! Il pensiero che presto Lo avrei ricevuto mi riempiva di gioia e, nel silenzio di tanta felicità, intesi una voce che non potrò mai dimenticare e che si ripercosse nell’intimo dell’anima mia :

" Si, figlia cara, voglio che tu sia tutta mia! ".

  • 16 luglio 1920 : giorno della sua vestizione :

Josefa scrive : "Dio mi chiama a una totale conformità col suo cuore… Dio mi chiama ad una vita intima con Lui… Vuole che la mia vita si trascorri nel suo cuore e devo sapere che le spine e la croce ci sono impiantate…"
È cosciente della sua vocazione ignorando come si svolgerà.
La sua risposta è spontanea : "Mio Dio, sono Tua per sempre! ".
La sua risposta è simile a quella dei discepoli quando Gesù dice loro : "Vieni e seguimi " - "Alzandosi, lo seguirono" racconta San Giovanni nel suo Vangelo.
Il "si" a Dio, in Gesù, è dato nella sua anima. Gesù può continuare a darsi a lei.

  • Ottobre 1920 : La bambina circondata di spine :

8 ottobre : Gesù le appare :
" Da ora in poi, Josefa, non chiamarmi se non Padre e Sposo. Se Mi sei fedele, faremo questo patto divino: tu mia sposa, Io tuo Sposo !".

9 ottobre : il giorno dopo, Gesù le mostra una bambina circondata di spine. Capisce che si tratta di lei, e presa dall’ansia, indietreggia.

13 ottobre : Gesù le propone di scegliere tra due alternative:
- Sia vivere nella comunità una vita semplice e nascosta come desidera,
- Sia accettare di entrare nel Suo progetto per lei.
E Gesù aggiunge: " Qualunque sia la tua scelta, mi rimarrai gradita. Adesso scegli. Ma mi darai più gloria nella via che ti preparo… Mi servirò della tua piccolezza per salvare le anime ".

Questo passaggio fa pensare all’episodio del giovane ricco: segue i comandamenti, la sua vita è bella, porta i suoi frutti, ma desidera qualcosa di più. Gesù, dice il testo, lo guardò e l’amò. Egli gli dice: " Se vuoi …vieni e seguimi!.. .. con i rischi che ciò comporta, abbandonando tutto quello che desideri, tutto quello che sei … seguimi. Andrò molto più in là con te… Mi darai più gloria…"
È la scelta che Gesù rivolge a taluni: essere suo discepolo, seguirlo, osservare il suo modo di vivere – e va bene così – oppure essere apostolo: associati alla sua persona, alla sua missione, vivere quello che Egli ha vissuto in una comunione di destino con lui.

  • Josefa risponde di si all’invito.

14 ottobre : Gesù le appare per la prima volta con la sua croce e le chiede di portarla con Lui. Fa l’esperienza non solo della sua forza, ma di un’immensa felicità. Gesù la coinvolge nella sua sofferenza. La sua gioia non è quella di soffrire, ma bensì di essere unita a Gesù… anche nella sofferenza. Questa gioia, ci dice, è molto più grande della sofferenza.

15 ottobre : conferma a Gesù che l’unico suo desiderio è di fare la volontà di Dio. Maria l’incoraggia nel suo cammino. Seguono per Josefa giorni di gioia profonda.
C’è come un non ritorno nell’alleanza con Gesù.

17 ottobre : Gesù si rivolge a Josefa : " Se sei disposta a restarMi fedele, riverserò nell’anima tua il torrente della mia Misericordia e conoscerai l’Amore che ti porto ".

7 dicembre : le dice ancora: " Desidero che Mi lasci piena libertà per stabilire tra il mio Cuore e il tuo una corrente tale che tu viva in Me, senza vivere più affatto per te ".


09.Chapelle des oeuvres

  • Novembre 1920 : Portare con lui la redenzione.

Ancora un nouvo passo nell’alleanza. Gesù dice a Josefa : " Vuoi portare il fardello di altre anime ? "
Essere unita a Gesù è portare con Lui la responsabilità della redenzione.

Giugno 1921 : Gesù le affida tre sacerdoti, un peccatore, due anime scelte, una comunità …

Portare con Gesù la redenzione, è entrare con lui nella lotta contro il male :

Gennaio 1922 : : In risposta agli assalti del demonio, il R.P. Boyer, suo padre direttore, invita Josefa a sigillare ancora più profondamente la sua alleanza con il Signore pronunciando immediatamente il voto di castità.

Febbraio 1922 : voto di rimanere sempre nella Società del Sacro Cuore.

15 marzo 1922 : Gesù l’incoraggia : "Se ti occupi della mia gloria, io mi occuperò di te. Stabilirò in te il mio regno di pace e nulla potrà turbarlo … e nessuno potrà strapparti la tua gioia.". "

Luglio 1922 : ritiiro e primi voti. L’alleanza è stabilita.

15 luglio 1922 : "Colui che parla dal fuoco" p. 226 . La vigilia dei suoi voti Josefa scrive :
"Sto per sposare un Re che porta ricchezze sovrabbondanti... Mettere da parte il mio povero giudizio per pensare come Lui, volere come Lui… In quanto a me, mi dò tutta a Te, corpo e anima, col solo desiderio di glorificare il Tuo Cuore che amo tanto ! Fa che tutto il mondo Ti conosca e che le anime a Te consacrate ti amino sempre di più ! … Nulla potrà più separarci, né la vita, né la morte ! Quaggiù e per l’eternità sono ormai : Maria Josefa Menendez di Gesù. "

16 luglio 1922 : In risposta ai suoi voti, Gesù le dice :
"Da tutta l’eternità sono tuo: ora tu sei mia per sempre ! Tu lavorerai per me, Io lavorerò per te. I tuoi interessi sono i miei, i miei sono i tuoi… Ed ora sto per cominciare l’opera mia ".

Agosto 1922 : Prime dettature del Messaggio.
_Tra gli sposi, c’è comunità dei beni: ciò che appartiene a lui appartiene a lei. Come tra il padre ed il figlio della parabola: " Tutto ciò che è mio è anche tuo."
Sposo-sposa, Padre-figlio sono immagini per spiegare la forza di questa relazione. Spesso Josefa dirà di Gesù: " È così tanto Padre…"

Ammirevole scambio dove tutto viene dato da ognuna delle parti. Due cuori di poveri che si scambiano nella fiducia. Gesù può dunque affidarle ciò che il suo cuore ha di più prezioso.

Quaresima 1923 :
" Se sei mia sposa, Josefa, devi essere simile a me” : apostolo e vittima con lui.

27 febbraio 1923 : " Non preoccuparti. Se non ti separi da me, sarai forte della mia forza e la mia potenza sarà tua. "
Queste parole di Gesù ci ricordano l’esperienza di Paolo: "Non sono più io che vivo, è Cristo che vive in me." Infatti, Gesù le aveva detto:
" La mia grazia ti basta "
" La mia forza si ostenta nella tua debolezza "

26 maggio 1923 : (a Marmoutiers) vigiglia della Trinità : Josefa fa l’esperienza di uno scambio misterioso dove Gesù le strappa il cuore per darle la fiamma del fuoco del suo stesso cuore.

  • La colombina

Josefa diventa infinitamente preziosa agli occhi del Padre, perché incarna sempre più fedelmente il volto di Gesù totalmente povero. Lei e Gesù, pienamente unita a Lui. Il Padre può amarla pienamente, come ama Gesù.

Dicembre 1923 : Gesù l’ha resa simile a Lui. Viene a prenderla per portarla al Padre. L’Ha guidata con dolcezza e rispetto…

Gesù è l’amore e ciò che vuole, è darsi pienamente nell’alleanza.
Anche a noi propone di entrare in quest’alleanza, quella che farà di noi dei viventi per l’eternità !

Suor Chantal de Jonghe

 
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